Il mio approccio


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Tra i vari ambiti della psicologia sono rimasta affascinata dall’approccio sistemico relazionale : così mi sono iscritta e specializzata all’ Istituto di Psicoterapia Relazionale, Scuola di specializzazione quadriennale riservata a medici e psicologi, riconosciuta con D.M. del Min. Università e Ricerca Scientifica fin dal 1993, che dal Giugno 2001 ha ottenuto analogo decreto di riconoscimento.

L’approccio Sistemico Relazionale nasce negli Stati Uniti negli anni ‘50 e fa capo al gruppo di Palo Alto, che si occupò di terapia familiare e terapia relazionale. Nel dopoguerra cresce l’attenzione per i problemi legati al contesto familiare.

La psicoterapia sistemico relazionale ha la particolarità di focalizzare l’attenzione all’insieme delle relazioni che ogni individuo presiede nell’ambiente e con gli altri sistemi.
Negli anni del dopoguerra infatti si accese negli Stati Uniti l’interesse per la famiglia e i problemi legati al contesto familiare.

Il gruppo di Palo Alto, propone per primo questo approccio innovativo che negli anni è evoluto sino alla teoria sistemico relazionale che oggi conosciamo.

In ambito psicologico esistono numerosi orientamenti teorici, che si traducono nell’applicazione clinica in differenti tecniche di intervento.

L’approccio Sistemico-Relazionale si distingue per una particolare attenzione all’insieme delle relazioni che ogni individuo crea interagendo con l’ambiente e con gli altri (sistema).
Per sistema si intende un insieme dai confini ben delineati e composto da elementi interdipendenti tra loro, che tende al raggiungimento di un obiettivo, producendo una serie di attività.

La famiglia è un sistema di cui i vari familiari, con le loro caratteristiche individuali ed i loro ruoli, costituiscono gli elementi interdipendenti.

Come gli elementi del sistema, i membri di una famiglia sono collegati tra loro da una rete di relazioni, a volte implicite a volte esplicitate in scambi comunicazionali. I vari membri di un sistema sono considerati interdipendenti fra di loro, ed è pertanto facile comprendere come i vissuti ed i significati di un suo membro possano essere condivisi dagli altri.
Scegliere la relazione come oggetto e luogo dell’osservazione significa considerare l’uomo all’interno dei rapporti più importanti per la sua evoluzione.

L’analisi dei ruoli e delle modalità di comunicazione interne al sistema aiuta a vedere il disagio psicologico in una differente prospettiva ed apre la strada a nuove possibili soluzioni.

I processi mentali non sono fenomeni racchiusi nel cervello, ma sono interazionali, e il loro studio può avvenire solo attraverso la comunicazione. Ogni processo mentale nasce dall’interazione fra individuo e ambiente

Di seguito alcuni aspetti fondamentali di questo approccio:

  • Il soggetto portatore di un sintomo, non può essere valutato solo nella sua individualità; il disagio è sempre indicativo di uno stato di malessere che avverte l’intera famiglia;
  • L’individuo non può essere estrapolato dal suo contesto nella valutazione del suo comportamento;
  • Ogni individuo è portatore di una storia personale e familiare, costruita su un modello di interazione e comunicazione particolare;
  • Tre sono le dimensioni temporali che occorre valutare nella vita di un soggetto: presente, passato e futuro. Il passato e il futuro ci raccontano il presente e si intersecano inevitabilmente.